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IL RECUPERO DELLA CITTA' STORICA: I SEGNI DELLA MEMORIA

 

Jesolo Paese è l’insediamento più antico del territorio comunale. Lo scenario urbano ha subito, soprattutto negli ultimi decenni, una distruzione che, operando sia per frammenti sia per macrosegni, ha comportato una profonda modificazione dei rapporti percettivi.
L’edificazione è avvenuta con forme e materiali spesso estranei alla cultura tecnologica del luogo, accostando colori, rivestimenti, arredi che nulla o quasi hanno in relazione con il contesto. Il risultato è una città compromessa, caotica, non riconoscibile: uno spazio costruito che non riesce a soddisfare il naturale bisogno di appartenenza dell’uomo al proprio luogo.
Ordine, caratterizzazione e contestualizzazione spaziali non sono più chiari; si sono confusi i significati e gli spazi del pubblico e del privato: lo spazio è divenuto gradualmente quasi indifferenziato, slegato dalle piccole caratteristiche azioni umane che lo rendevano, in passato, luogo particolare.
L’evidenza di segni testimoniali del passato, diviene pretesto e motivo per la comprensione della realtà ambientale, sociale ed economica: elemento in cui la collettività si riconosce. Per questo, a fondamento del Piano, c’è la volontà di riscoprire e di riproporre forme, materiali, colori e suoni che siano in grado di provocare delle sensazioni (visive, uditive, tattili, olfattive) atte a identificare il centro storico come elemento di riconoscimento della memoria della città e come luogo del “vivere bene”.
Il PRG (Piano Regolatore Generale) propone la ridefinizione dei valori funzionali, formali e spaziali dei manufatti esistenti e, controllando il riassetto della scena urbana tramite sinergici interventi, intende rendere gli spazi urbani riconoscibili nella loro complessità di valori e funzioni e comunque, facilmente leggibili.
Recuperare i segni della memoria storica urbana, avere attenzione particolare anche per piccoli elementi di dettaglio appartenenti al passato, significa ricaratterizzare lo spazio della città: l’osservatore e il fruitore urbani si addentrano in uno spazio stimolante e ricco di possibili esperienze sensoriali, non solo visive, ma anche tattili, uditive, cinestetiche.
Il PRG si libera dalla riconosciuta limitatezza di una zonizzazione piatta e strettamente funzionale mirando, decisamente, alla ricomposizione di un contesto in cui segni storici e nuove esigenze umane si fondano nella ricerca della migliore forma fruibile e godibile.
Due sono gli interventi principali proposti allo scopo di “improntare” la riqualificazione del centro storico: dalla Piazza I Maggio si dipartono due forti segni direttori, l’uno orientato verso l’acqua (il Canale Cavetta) e l’altro verso le rovine dell’antica basilica romanica (le Antiche Mura).
Mentre la Piazza riacquista il suo centrale ruolo di spazio della vita pubblica, le due direttrici oggetto di intervento sottolineano gli atavici legami della città con l’acqua (elemento dominante del territorio jesolano) e con la memoria storica.
Per la Piazza I Maggio sono fornite una serie di indicazioni specifiche sull’arredo, sulla riqualificazione dei fronti degli edifici, sull’organizzazione e sulla fruibilità degli spazi: la necessità di recuperare il valore storico e formale del luogo si fonde con la volontà di restituire allo stesso una rinnovata dignità urbana e una migliore vivibilità.
Una stretta stradina, poco utilizzata e nascosta, via Zuccarini, costituisce l’asse direzionale Piazza I Maggio-Canale Cavetta. Ridefinita quale calle pedonale e commerciale (tramite l’apertura di nuovi negozi e l’eventuale copertura nella stagione invernale) diviene alternativa alle più usuali vie di percorrenza e momento di riscoperta dei tradizionali luoghi urbani.
Il profondo legame di questo territorio con l’acqua viene sottolineato inoltre, da una serie di interventi di sistemazione delle rive del Canale Cavetta (realizzazione di pontili e attracchi per la navigazione, spazi per la sosta e tragitti pedonali) ma anche dal protendersi, verso il Canale stesso, della Piazzetta Partigiani d’Italia, configurata come uno spazio di sosta dal quale osservare il bellissimo scorcio di paesaggio che inquadra sia l’ansa del Canale che il vicino fiume Sile.
Mentre questi interventi celebrano idealmente il rapporto delicato e vitale tra terra e acqua, il percorso che dalla Piazza I Maggio conduce al Parco Archeologico diviene l’occasione per avvicinare gradualmente l’osservatore al luogo custode della memoria antica, delle origini della città.
La collocazione sapiente ed adeguata di reperti storici, solenni emblemi del lontano passato, annuncia sin dal principio l’essenza pregnante della meta: l’esigenza di riconoscere al passato un forte tributo, si fonde con i bisogni della cultura corrente e, lungo il percorso, trovano spazio il teatro, il museo, la biblioteca, i centri multimediali, i giardini e i vecchi edifici riorganizzati, come il vecchio Cinema Lux e la Latteria, o luoghi particolari, come il Cimitero, simulacro della memoria recente.

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